Una parete verticale, che poi è una piantagione, è l’elemento essenziale del Padiglione di Israele all’EXPO 2015. L’architetto che ha pensato questa soluzione che garantisce un risparmio di acqua e terreno ed un’agricoltura più fiorente, ha accompagnato le telecamere RAI alla scoperta della novità agro-architettonica.
Il Padiglione di Israele sarà cangiante durante il tempo dell’esposizione grazie alla parete lunga 70 metri e alta 12 che sarà ornata di piante che – in base alla stagione – cambieranno colori e fiori, passando dal verde al giallo fino al dorato. Il nome di questo spettacolo della natura è “Fields of tomorrow”, ovvero i campi di domani.
La collocazione del Padiglione di Israele su Facebook e della sua piantagione verticale è strategico e dimostra come ci sia un trait d’union tra la tradizione agricola del paese e il futuro tecnologico incarnato dalle start up, sempre più numerose, che stanno crescendo sulle spiagge di Tel Aviv, considerata la Silicon Valley del Medio Oriente.
David Knafo (in foto), l’architetto del Padiglione di Israele a Expo Milano, ha raccontato alla RAI com’è nata l’idea di coltivare piante sfruttando gli edifici, ha raccontato come attraverso un sistema di irrigazione verticale, una decina di migliaia di piante di grano, mais e riso, cresceranno durante i mesi dell’EXPO 2015. L’architetto si augura anche che dopo l’esposizione, la sua piantagione verticale resti per il bene di Milano e dei milanesi.
Israele è una nazione giovane, all’avanguardia in moltissimi campi. Eccelle sotto il profilo tecnologico ma anche sul versante architettonico. Non è un caso che il suo Parlamento sia considerato una perla della bioedilizia contemporanea. La piantagione verticale dimostra l’attenzione al tema dell’alimentazione del pianeta ed illustra le soluzioni del Paese al problema della sicurezza alimentare.
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