Mobili che cambiano colore: complementi d’arredo che di certo sono in grado di attirare l’attenzione al top e che possono trasformare una casa in un esempio di design all’avanguardia. La domanda da porsi è: vanno bene per ogni tipo di arredamento?
Inserire mobili che cambiano colore nell’arredamento
Quando si vuole cambiare l’arredamento della propria abitazione, di solito si ha un’idea precisa del risultato che si vuole raggiungere: e questo è un dato di fatto a prescindere dalla quantità di mobili che si vogliono eliminare o sostituire e a seconda della loro tipologia. Scegliere dei mobili che cambiano colore non è una scelta molto diffusa, questo perché non sempre coloro che abitano in una casa vogliono usufruire di complementi d’arredo che cambiano d’aspetto a seconda del punto di vista dal quale li si osserva: in fin dei conti quando si selezionano dei mobili si sceglie in automatico anche una palette di colori perché la stessa “piace” e figura bene nell’ambiente.
Una scelta di questo genere è più adatta a chi ama circondarsi di mobili eclettici che non solo siano in grado di essere piacevoli esteticamente, ma anche che siano in grado di essere uno “statement”, qualcosa che esprima personalità e bellezza completa. Se si è interessati a mobili “camaleontici” e si hanno molte risorse, vi è la tecnica messa a punto da Taj Monjardo, dei Monjardo Studios, che può mettere a disposizione questo tipo di complementi d’arredo.
Taj Monjardo e i suoi mobili che cambiano colore
I mobili di Taj Monjardo non sono propriamente alla portata di tutti, ma l’effetto che l’artista è in grado di ottenere lavorando sui suoi pezzi consente di dare vita a dei pezzi unici in grado di ripagare tanto costo ed attesa. Non è un caso che a potersi permettere un tavolo della Monjard siano principalmente collezionisti ed imprenditori facoltosi. Per ottenere l’effetto camaleontico perfetto questo artista lavora anche per mesi su un singolo pezzo, partendo dalla realizzazione di un disegno eseguito al computer poi inserito in una macchina apposita che scolpisce il materiale necessario alla costruzione del mobile. Ogni fase, a partire dall’incisione fino ad arrivare alla pittura sono eseguite con un’attenzione certosina per i particolari, secondo tecniche messe a punto dall’artista negli ultimi 15 anni.
Un tavolo creato con la sua tecnica “camaleontica” è l’equivalente di centinaia di tavoli diversi visto che basterà cambiare posizione per vedere la luce riflettere sulla copertura in acrilico in modo diverso.