Il Padiglione del Cile all’EXPO 2015 insiste sulla capacità di emozionare, non a caso il tema scelto per la declinazione dei contenuti dell’Esposizione universale è “El amor del Chile”. Il Paese sudamericano propone un percorso coinvolgente basando l’esperienza dei visitatori su suggestioni video e suggestioni sonore. Il Padiglione cileno è interamente costruito in legno di pino di Monterey che è una delle qualità di legno più esportate dal Paese. Per accedere allo spazio espositivo bisogna usare una scala mobile che è sovrastata da una specie di grotta lungo la quale è possibile ascoltare e leggere le parole del poeta cileno Raùl Zurita. I suoi suoni sono poi completati da Salar de Domeico, il rumore delle saline quando cambia temperatura.
Il padiglione del Cile si presenta come un ponte di legno lamellare, ed è proprio allo scheletro reticolare che si affida l’espressione e sintesi formale dell’edificio. Si tratta di un volume regolare che appoggia su sei pilastri di acciaio, ognuno composto da tre bracci.
L’edificio appare come una totalità da lontano mentre osservandolo da vicino appare il frammento in legno, che lo rende alla portata di un uomo. In questo scheletro di legno, il tettonico e l’artigianale appaiono come una resistenza rispetto al fascino che potrebbe avere uno spazio aperto più ampio.
Come spiega l’architetto che ha progettato il Padiglione del Cile, all’ADNKronos:
Il padiglione si sviluppa in uno spazio di 1.910 metri quadri. È un volume sospeso, un grande architrave in legno avvolto da unoscheletro in travi incrociate sollevata da quattro pilastri di cemento che creano uno spazio intermedio, l’orizzonte temperato tipico dell’architettura cilena. Un grande spazio incentrato sull’arte dell’ospitalità. Il materiale principe, il legno “è usato per ricordare che la superficie forestale in Cile è in aumento in controtendenza rispetto alla deforestazione in corso sulla Terra”.
