La prima cosa che salta agli occhi del Padiglione degli Stati Uniti all’EXPO 2015 è il suo aspetto dinamico e il suo proporsi come centro della discussione sul futuro del cibo nel mondo. La realizzazione dell’architettura è stata affidata a James Biber che ha raccontato la genesi della struttura del Padiglione.
Il Padiglione degli Stati Uniti è dinamico ed è parte integrante della declinazione del tema degli States: “Cibo Americano 2.0: Uniti per nutrire il Pianeta”.
Il padiglione è stato progettato dall’architetto James Biber che ha basato la costruzione sul concetto di apertura degli spazi e linee che ricordano il tipico granaio americano. L’elemento caratteristico dell’edificio è nella fattoria verticale che copre uno dei lati del padiglione.
Il materiale usato per la realizzazione della struttura è materiale di recupero nel senso che appartiene al lungomare di Coney Island, andato distrutto in seguito all’uragano Sandy. Questo per quanto riguarda l’interno, mentre il tetto in vetro all’ultimo piano è in grado di reagire alla luce solare così da creare ombra all’occorrenza.
James Biber ha voluto rendere omaggio alla ricca storia agricola dell’America con una struttura aperta delimitata da una grande zona agricola verticale da cui si otterrà un raccolto tutti i giorni. Un’idea che è stata adottata anche da altri padiglioni, sebbene le colture siano differenti e l’obiettivo anche. L’esempio classico è quello della parete cangiante del Padiglione di Israele. L’edificio, completamente sostenibile, dispone sia della passerella in legno recuperato sia di un’imponente video-installazione, di aree espositive interattive, di una terrazza panoramica, di spazi per i VIP e per la vendita al dettaglio.