Il Padiglione del Nepal non era stato finito per via del fatto che il forte terremoto aveva richiamato in patria i lavoratori dello stand all’EXPO 2015. Adesso invece si può apprezzare questo prodotto finito e frutto dell’Implementing Expert Group.
Il progetto del padiglione è legato alla cultura nepalese, studiato dall’Implementing Expert Group, il gruppo di architetti assunti dal governo nepalese anche per Expo 1988, 1990, 2000 e 2010. All’inizio di luglio il padiglione è stato aperto interamente al pubblico.
I visitatori potevano passare tra piccole pagode intagliate a mano e potevano lasciare un’offerta per aiutare i nepalesi a ricostruire quello che è stato distrutto dal terremoto, ma si fermavano davanti a un nastro che impediva l’ingresso alla grande pagoda incompleta.
L’atmosfera generale del padiglione è stata progettata per ricordare la forma del mandala cioè il diagramma circolare composto dall’unione di figure geometriche che richiama il “cerchio della vita”, e quindi cerca di ricreare l’atmosfera degli antichi insediamenti delle valli di Kathmandu.
Il focus generale del Padiglione nepalese è l’agricoltura di montagna, sviluppatasi nei secoli in questo Paese montagnoso, con i suoi propri metodi naturali, i terrazzamenti, la ricchezza dei suoi prodotti biologici. Le specificità e le cause di questo successo vengono illustrate dal vivo nel percorso espositivo del padiglione, con la possibilità di assistere alla preparazione per poi essere invitati ad assaggiare i piatti tipici della cucina nepalese.
Invece il tema della partecipazione nepalese all’EXPO 2015 è “La sicurezza alimentare e la sostenibilità per lo sviluppo”, il paese vanta un alto tasso di biodiversità e, per le caratteristiche geomorfologiche del suo territorio, è esempio per l’agricoltura di montagna con i suoi metodi naturali, i terrazzamenti, la ricchezza dei suoi prodotti biologici.