L’azienda Briganti di Cesena è storica e consolidata nel settore dell’abbigliamento e per resistere alla crisi ha già cambiato due volte pelle. Gianni Briganti ha spiegato l’evoluzione del marchio fino alle botti da arredamento tanto apprezzate oggi.
La Briganti di Cesena è nata nel XIX secolo e produceva ruote per i carri, poi però hanno iniziato a diffondersi altri mezzi di trasporto e Briganti ha pensato bene di cambiare prodotto di punta per resistere ai cambiamenti della società. Non si è allontanata molto dalla lavorazione del legno ed ha iniziato a produrre botti per l’invecchiamento dell’aceto balsamico molto usato nella zona emiliana.
Un’idea che a livello di fatturato ha consentito alla famiglia Briganti di accumulare una bella fortuna. Purtroppo, nel 2008 anche l’azienda cesenate è stata sovrastata dalla crisi economica e per questo ha cercato d’ingegnarsi diversificando i prodotti.
Inizialmente ha puntato sui tetti di legno ma dopo il terremoto c’è stato bisogno di trovare una nuova idea vincente. L’arredamento originale di qualità è stata la risposta e tutto, neanche a dirlo, è arrivato per caso. Visto che Briganti non aveva mai smesso la produzione di botti, era stata contattata da un cliente per la realizzazione di uno sgabello a partire proprio da una botte.
Briganti ha deciso allora di avviare una sua linea di prodotti, lavorando le botti usate e trasformandole in complementi originali e ricercati. La risposta del pubblico è stata ottima. Siccome la lavorazione delle botti fa sì che il legno dopo un processo di essiccazione particolare, diventi molto resistente, le stesse botti posso diventare sedie ideali per locali rustici, come pub, bar e ristoranti.
L’idea è piaciuta in Italia dove un hotel ha subito commissionato a Briganti l’arredamento di un locale per intero. L’idea è piaciuta anche all’estero soprattutto in Inghilterra, Olanda e Austria. Il fatturato è cresciuto del 25% in 12 mesi. Sono stati venduti mobili per un valore complessivo di 200 mila euro.