Le sedute superleggere di Gio Ponti, anno 1959, rivisitate; una panca inizio ‘900 italiano rivestita con tessuto alternativo e così una sdraio in bambù, prima produzione Ikea anni ’80; sedie neoclassiche fine ‘800 rifinite in lino; poi arazzi, tende in garza di cotone con scritture, intarsi, punjabi; coperte in pura lana con lavoro di inserti e trapunto; cuscini in pura lana con lavori di applicazione in mussola di lana; capi e accessori per la persona in linea con lo stile della collezione: sono i pezzi della mostra ‘Appunti’ che FoscaMilano presenta presso l’atelier di Milano fino al 23 dicembre. Una collezione trasversale di pezzi unici cuciti a mano per la casa e per la persona.
Non è un brand FoscaMilano né si può parlare di linee di prodotto a proposito dei pezzi esposti all’atelier di Via Privata Bastia 7 a Milano. FoscaMilano è un’esperienza estetica e sensoriale, un modo di vivere, di sentire e di essere tramutato in creazioni uniche.
E’ il mondo sfaccettato di Fosca Campagnoli che dà forma a un suo personalissimo modo di sentire e interpretare, in prima istanza, il tessuto: materia grezza, base di partenza e punto di arrivo di itinerari e sperimentazioni funzionali e formali che prendono poi corpo e danno vita a pezzi unici, che siano capi di abbigliamento o oggetti per la casa.
Preparatevi allora a vivere un’esperienza estetica e sensoriale a 360 gradi. L’esperienza tattile del tessuto, oltre che visiva, è il primo istintivo approccio di Fosca Campagnoli alla realtà e dall’amore per il tessuto prende avvio un percorso per arredare la casa o vestire la persona.
Fosca veste le persone e gli oggetti partendo dal presupposto che sono sempre unici, protagonisti d’eccezione di un racconto figurato e visionario, di un’avventura individuale e irripetibile.
L’allestimento e collezione ora in mostra, fino al 23 Dicembre 2016, nell’atelier di Via Privata Bastia si chiama ‘Appunti’ a voler simboleggiare il punto di partenza e arrivo di ogni creazione FoscaMilano. Perché è da questa pratica di ricerca e collezione, dal fatto di mettere insieme appunti, riflessioni, emozioni, racconti o stralci di libri che, mano a mano, prende forma l’ispirazione stilistica di ogni collezione di Fosca Campagnoli.
Una ricerca incessante, unita a un approccio fisico e materico al tessuto, porta alla creazione di complementi di arredo, inimitabili.
L’atelier FoscaMilano viene personalizzato con pagine di quaderni, stralci di testi, campioni di tessuti o di carta e in questa cornice vengono presentate le collezioni per la casa (sedute, pouf, panche, cuscini, copriletti, coperte, tende e arazzi) e per la persona (abiti, giacche, gilet, sciarpe) che parlano lo stesso linguaggio o meglio interpretano lo stesso approccio materico, narrativo e visionario a un tempo.
I tessuti come teli, i fili come pennelli, le trame quali frammenti di un processo creativo portano a realizzare opere tessili uniche.
Si entra nell’atelier FoscaMilano e ci si sente un po’ come in una galleria d’arte, dove gli arazzi colorano le pareti bianche alternandosi a foto in bianco e nero e gli abiti sono inseriti nell’ambiente come fossero delle vere e proprie installazioni.
Uno spazio che racconta Fosca Campagnoli almeno come la raccontano le sue creazioni: abiti, tappeti, arazzi ed elementi di arredo.
Un lavoro nato da una tradizione familiare da sempre attiva nella sartoria e combinato a una ricerca personale nella cultura del tessuto: uno studio iniziato da giovane e approfondito da autodidatta attraverso l’esplorazione di tradizioni e di popoli, di trame e di storie, di tecniche e di materiali, di coltivazioni e di territori.
Un mondo grande, portatore di bellezza e generatore di incontri, di stimoli, di suggestioni che, dopo gli studi umanistici, ha portato Fosca Campagnoli a diventare un’artigiana d’arte e un’insegnante di abilità tessili.
Le sue creazioni partono dalla fascinazione del tessuto, dall’esigenza di entrare in contatto con la sua sostanza materica, dall’osservazione del colore, dalla valutazione della sua dimensione, dal calcolo del peso e degli incontri che quel frammento – con quel peso, quella trama e quel colore – potrà generare con altri frammenti già raccolti da Fosca in altre esplorazioni in vecchi magazzini, laboratori di sartoria, campionature, scarti di case di moda.
Fosca cerca, intercetta e raccoglie, scegliendo fibre naturali e nobili – lane, sete, canape e lini – poi disegna, taglia, cuce, assembla, crea. Restituisce nuova vita a materiali che, pur bellissimi, giacevano dimenticati o inutilizzati.
Dalle sue mani escono tendaggi leggeri ed eterei da cui traspaiono scritture realizzate con fili e trame, arazzi di tessere multicolori, elementi per interni, coperture per pezzi storici di design e poi anche abiti, pantaloni morbidi, giacche, stole e borse.
In alcuni casi Fosca lavora a progetti che travalicano il concetto di funzione e partono da una sperimentazione più libera dando vita a opere d’arte uniche. Questo ad esempio è accaduto nel progetto Quiete nel quale Fosca ha coinvolto una trentina di donne chiedendo loro di esprimere la loro interpretazione del concetto di quiete con una frase sintetica ed emblematica.
Inoltre, ha loro chiesto di utilizzare alcuni foglietti acchiappa-colore nei loro bucati. La raccolta dei foglietti, cuciti a mano, e delle frasi poi scritte a mano su di essi ha dato vita a delle opere uniche e incredibilmente dense di significato. Cariche di messaggi eppure delicate.
Fonte e foto foscamilano.com