A quanti di voi sarà capitato di sedersi su una sedia dal design moderno e pensare un momento prima con pregiudizievole convinzione di dover stare scomodi per poi ricredersi nel sentirsi poi a proprio agio? Quando l’equazione imbottito=comodo non è sempre valevole e così come non imbottito=scomodo.
E’ vero che l’industria dell’arredo tende sempre più a forme sinuose più minimali e “destrutturate” ma è anche vero che lo studio incessante del design e della postura riesce a proporre un nuovo modello di seduta cogliendo nuovi spunti materici.
Tra le aziende italiane che riescono a realizzare un connubio tra creatività e produzione, design e funzionalità, Pedrali è sicuramente tra le imprese che sono sono riuscite a far tesoro dell’esperienza pluridecennale e a volgere lo sguardo al futuro.
Come ad esempio le sedie modello Frida realizzate in rovere massiccio e multistrato, attraverso la tecnologia del tranciato tridimensionale. Una tecnica che conferisce a questa sedia una continuità nelle forme, difficile da riprodurre nel legno con le tecniche tradizionali. Ma se il legno rappresenta una di quelle materie prime “classiche” a cui Pedrali non vuol rinunciare, da anni l’azienda è orientata all’utilizzo di materie plastiche come il policarbonato, il nylon e il polipropilene.
Tra i modelli più strepitosi possiamo citare la poltrona e il tavolino lounge Pasha in carbonato, disponibili nei colori bianco, nero, trasparente e fumé. Un tocco di neoclassico che sposa decisamente una dimensione materica moderna in sintonia con quella che è stata definita il plastic design ben interpretata da Claudio Dondoli e Marco Pocci.
E ancora: la sedia impilabile in policarbonato Miss_You disegnata da Marco Piva che conferisce all’ambiente un tocco di colore senza appesantirne i tratti, grazie alla seduta trasparente disponibile con profilo bianco, nero, fumé, viola e ambra.
Io amo la plastica. Io voglio essere di plastica.
Andy Warhol
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