Anche Cicerone se lo chiedeva: ricordare è soffrire? E poi continuava: ” preferisco la smemoratezza, infatti ricordo anche ciò che non voglio e non posso dimenticare quello che voglio”. La questione fa ancora riflettere, specie in giorni come questo, in cui tutto il mondo ricorda New York e il giorno in cui i due aerei si schiantarono sul World Trade Center. Ma l’America è un paese pragmatico, con i piedi per terra e lo sguardo rivolto al futuro, così a distanza di 10 anni da quel drammatico 11 settembre nasce il National September 11 Memorial & Museum, il sito che ricorda le vittime dell’attacco terroristico e ci vorrà ancora qualche anno prima che il progetto di ricostruzione dell’intero complesso sia portato a termine.
Dopo la caduta delle torri gemelle si è discusso a lungo su come il World Trade Center dovesse essere ricostruito. Molti brillanti architetti del nostro tempo parteciparono al dibattito proponendo progetti che avevano lo scopo di creare una struttura che con la sua maestosità avrebbe ribaltato la tragedia in trionfo, trasformando un luogo di disastro e di morte in uno spazio urbano completamente nuovo. Alla fine, è stato scelto il progetto di Daniel Libeskind, che ha ideato un gruppo di grattacieli, dominati dalla “Liberty Tower”, o “grattacielo della Libertà”, dell’altezza di 541 metri.
La Silverstein Properties, società che si sta occupando della ricostruzione, in questi giorni ha diffuso in rete un video che mostra come apparirà New York una volta ultimati i lavori. Tra dispute legali e rallentamenti vari, il progetto ha subito numerosi ritardi rispetto al calendario iniziale e mancano ancora alcuni anni prima che sia portato a compimento.
Nel frattempo noi ricordiamo quel giorno e le sue vittime e ci auguriamo che il progetto di ricostruzione del World Trade Center e quindi dello skyline di New York diventi una proposta urbanistica ambiziosa, in grado di cambiare il volto deturpato della città e influire positivamente sulla vita dei suoi abitanti.