Riciclo e trash design: il fascino degli oggetti da buttare

Ai materiali da riciclare ci arrivavo anche io. Che si potesse fare una sedia, come Muchas Rosas, riciclando gli scarti di produzione dei feltrini oppure una poltroncina di plastica, mi sembrava un’idea molto originale ma tutto sommato abbastanza prevedibile. Che invece oggetti da buttare potessero diventare materiale di base per creare dei favolosi pezzi di design, mi lascia a bocca aperta. Cravatte scolorite, vecchi giornali di gossip e cronaca rosa, cassette da mercato ortofrutticolo e perfino vecchie grucce avanzate dall’armadio. Ognuno degli oggetti che vi ho appena citato ha dato vita ad una stupefacente collezione di pezzi d’arredamento. Tutti da collezionare.

Pretty Tied Up: avete presente le (sue) cravatte? Scolorite dai lavaggi o semplicemente passate di moda, sono servite per rivestire la sedia Pretty Tied Up, la più fashion presentata all’ultimo Salone del Mobile a Milano. L’autrice si chiama Maria Westerberg e la sua sedia ha un’anima di ferro interamente rivestita di cravatte, rigorosamente di seta.

Love&Gossip: 36 donne di un’associazione Fair Trade sottraggono al macero pile di riviste di gossip e cronaca rosa per trasformarle nelle borse ethic chic Sunshine e Half Moon. Sono quasi tutte handbag e sono disponibili in colori e forme diverse, con prezzi a partire da 89 euro.

Hangelier: nel mio armadio le grucce non sono mai abbastanza, ma al mondo ci sarà anche qualcuno a cui avanzano. Così dalle grucce avanzate nell’armadio nasce il lampadario Hangelier, fatto di appendiabiti in legno, cerchi di bicicletta, catenelle e cerniere lampo.

Eco-madia: dopo essere tornati a casa dal mercato ortofrutticolo con la scorta di frutta e verdure, non portate le cassette vuote in cortile. Piuttosto trasformatele in una fascinosa eco-madia, colorata e molto utile, ideata da Mark van der Gronden per Lensvelt.

Abat-jour: Il sifone in cucina perde e va sostituito. Buttarlo? No! L’idea “illuminante” è quella di conservarlo e trasformarlo nel un doppio abat-jour Luigi di Resign. Costa solo 45 euro.

Photo Credit| Maria Westerberg, Greenveranda, Architonic, Resign


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