Il Coronavirus ha mietuto una vittima illustre: quest’anno il Salone del Mobile sarà rinviato a giugno. Una scelta oculata e dettata dal buon senso vista la classica affluenza di appassionati ed espositori alla manifestazione.
Rinvio Salone del Mobile deciso per tutelare tutti
Per quanto ci siano molte persone deluse dal rinvio, la scelta presa da Federlegno e dal Ministero della Sanità in luce all’emergenza Cononavirus attualmente in atto, soprattutto in Lombardia è stata la strada più giusta da intraprendere. Dopo un po’ di confusione ora si ha anche una nuova data ufficiale per la rassegna: dal prossimo 16 al 21 giugno. Quasi sicuramente anche tutti gli appuntamenti del FuoriSalone a esso legati saranno sottoposti a un rinvio.
Un bilancio per il Salone e la città di Milano che ha sempre portato i suoi positivi frutti, ma che non poteva avere luogo in quelli che sono i giorni più difficili per una regione che ha bisogno di contenere i contagi da Coronavirus e non creare delle situazioni promiscue che potrebbero in realtà compromettere una situazione già delicata. Non bisogna quindi pensare che questa decisione di rinviare sia stata presa a cuor leggero.
Per il Comune e per i partecipanti un rinvio rappresenta una spesa/perdita importante, che però può essere recuperata non bloccando del tutto la manifestazione ma semplicemente rinviandola: cosa che è stata effettivamente fatta. Come spiegato anche dagli organizzatori, aver confermato comunque il Salone del Mobile di Milano consente alle imprese di riuscire a gestire meglio l’emergenza dal punto di vista logistico e alla città di non perdere del tutto quel flusso turistico importante legato alla rassegna.
Agire con prudenza ora per arginare i problemi
Inizialmente, nel corso della conferenza di presentazione del Salone del Mobile di Milano si era parlato di questa edizione e di quello che sarebbe stato l’impatto dell’emergenza cinese del Coronavirus: nonostante fosse stata ufficializzata la mancanza del mercato orientale alla manifestazione si era in qualche modo miniminzzato su quello che poteva essere l’impatto sulla rassegna in termini di numeri. Ora che la Lombardia intera sta combattendo con il suo personale focolaio e con un numero importante d’infetti vi è stato il bisogno di prendere delle decisioni “drastiche” e così è stato fatto.
Il rinvio è stato pensato proprio per far sì che le perdite venissero minimizzate per tutti rispetto a quelle più alte che si sarebbero potute registrare in caso di annullamento, ivi compresi i 220 milioni di euro che entrano nelle casse di Milano attraverso pernottamenti e ristorazione.